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mercoledì 10 settembre 2025

Carlo L. Ragghianti: Beato Angelico

con tre “Appendici” e 16 particolari di dipinti.



 

Nell'ampio studio Antonio Pollaiolo e l'arte fiorentina del Quattrocento, pubblicato in 4 puntate tra il 1935 e il 1936 su “La Critica d'Arte”, nella terza del febbraio 1936 C.L. Ragghianti inquadra anche l'opera dell'Angelico nell'ambito di una stagione artistica cruciale per l'arte italiana e del mondo occidentale. Qui di seguito riportiamo il nucleo (pp.120,121) nel quale il grande artista viene analizzato.

Come di consueto ricordo che C.L.R. si esprime in qualità non in quantità e che su un fenomeno artistico della portata dell'Angelico nel corso degli anni egli ha accennato anche in altri contesti e espresso osservazioni e commenti (lezioni universitarie e conferenze, sulle quali non mi risulta ancora essere stata fatta nessuna ricerca). Ciò è detto anche per presentare il secondo scritto qui riportato da “seleArte” (n.18, mag.-giu. 1955), importante e chiarificatore, nel quale l'autore “demolisce” la mostra realizzata a Firenze da un “team” ispirato da Mario Salmi. In questa esposizione si era distorto tutto il lavoro preparatorio e le analisi critiche impostate su incarico del Soprintendente Pacchioni (si veda il post del 24 agosto 2025 sugli scritti e gli studi angelichiani di Licia Collobi Ragghianti).

Reputo per la novità critica di poter inserire a seguito la sceneggiatura di un film, cioè di riprodurre integralmente il testo di commento di C.L.R. per il “critofilm” Stile dell'Angelico, preceduto dalla scheda critica di Valentina La Salvia, studiosa che ha desunto tutte le sceneggiature di Ragghianti e curato l'ottimo ed originale volume I critofilm di Carlo L. Ragghianti (Edizioni Fondazione Ragghianti, Lucca 2006).

Da “seleArte” (n.71, sett.-ott. 1964) in L'Angelico e l'Archivio C.L.R. commenta la monografia dedicata all'Angelico da padre Stefano Orlandi, concludendo con la constatazione: “...resta da continuare solo il lavoro d'indagine sulle opere, come si è fatto e si sta facendo, cercando tutti, senza pregiudizi e pregiudiziali di sorta, di venire a capo di uno dei più difficili problemi della nostra storia dell'arte, e di far luce sul percorso formativo di uno dei nostri maggiori pittori”.

Riproduco, quindi, la corrispondenza di C.L.R. con Fortunato Bellonzi pubblicata sul quotidiano “Il Tempo”


(Roma, 15 ottobre 1984). Penso che basti citare il titolo attributo dal redattore << Non va al Longhi il merito...>> per dare l'idea di su cosa verta questo scambio di lettere.

Dopo gli scritti che ho rintracciato di C.L.R., pubblico anche tre Appendici collegate a C.L.R. e all'Angelico. Nella prima mio padre scrive a Umberto Baldini, ben prima di affidargli il dipartimento “Restauro e Conservazione” dell'Università Internazionale dell'Arte di Firenze, cioè il 13 maggio 1970. Si tratta di una lettera importante e ricca di problemi e suggestioni. Ad essa è collegato il seguente articolo Un grande artista da scoprire. Chi affrescò il Chiostro della Badia fiorentina? pubblicato con rilievo su “La Nazione” (Firenze, 4 gennaio 1983), dove tra l'altro si riprende e si svolge quanto scritto sul “Chiostro degli Aranci” nella citata lettera a Baldini.

A proposito della suddetta lettera ho ritrovato, nell'ambito di un altro post, le quattro illustrazioni a colori di particolari degli affreschi nel Chiostro degli Aranci della Badia. Esse furono riprodotte in “Critica d'Arte” (n.24, nov.-dic. 1957), come scritto nel penultimo paragrafo. Qui le riproduco dopo la lettera a Baldini e prima del successivo articolo. Penso che così almeno certi riferimenti nella lettera e nell'articolo ne “La Nazione” si chiariscono e si possa precisare meglio l'intuizione di Ragghianti.

La seconda Appendice riguarda un aspetto del procedere attribuitivo di C.L.R. In questo caso pubblico le riproduzioni di alcuni disegni, con a fianco quanto annotato sul retro della fotografia, dallo studioso lucchese. Sono, naturalmente, inedite.

La terza Appendice riguarda un esempio delle assai rare “expertises” (direi quasi tutte sotto forma di lettera) che C.L.R. ha scritto dopo il 1949. Sono pareri e osservazioni dati esclusivamente in via amichevole e gratuita, perché altrimenti si sarebbe – per suo convincimento morale e legale – configurato un grave conflitto di interessi.

Conclude il post, come in molti casi del nostro blog, una carrellata di sedici particolari a colori da dipinti dell'Angelico.

F.R. (15 giugno 2025)


Da "La Critica d'Arte", a.I, n.3, feb.1936, pp. 120,121.
Da "SeleArte", n.18, mag.-giu. 1955.
Stile dell'Angelico (critofilm), 1955.
Da "SeleArte", n.71, sett.-ott. 1964.
Da "Il Tempo". Roma, 15 marzo 1984.

Appendice I
Da "Critica d'Arte", n.24, 1957.

Anticipiamo in questo fascicolo quattro delle tavole a colore che illustrano una rassegna di C.L.R. sulla Mostra di affreschi staccati (Firenze 1957) e in particolare quelli del Chiostro degli Aranci.
Appendice II

Alcuni disegni con sul retro osservazioni di C.L.R.
Due cartoline con sul retro: "con Angelico", ms a matita di C.L.R.
Appendice III

La sottostante lettera del 5 giugno 1966, indirizzata all'amico Neri Pozza, rappresenta una delle rare “expertises” scritte da Carlo L. Ragghianti dopo l'inizio del 1949. In quell'anno di mio padre divenne professore di ruolo

nell'Università, di conseguenza ritenne che esercitare la professione di esperto (salvo in casi del tutto amichevoli e gratuiti, o legali) costituiva “conflitto di interessi”.


Particolari di Dipinti








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