Carlo e Licia

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lunedì 15 settembre 2025

"Design arredo 1950-1960" di Pier Carlo Santini

L'anno scorso vicissitudini di salute mi hanno distratto dal ricordare il Centenario dalla nascita di Pier Carlo Santini (1924-1993). L'ho conosciuto fin da bambino quando quel massiccio giovanotto lucchese su di una micro-motocicletta veniva per la sua tesi di laurea a Bellavalle pistoiese (1948) a relazionare mio padre in villeggiatura.

Per C.L. Ragghianti, Pier Carlo Santini fu allievo quindi collaboratore agli uffici de “La Strozzina” e dello Studio Italiano di Storia dell'Arte a Palazzo Strozzi, fin quando approdò a Milano. Mio padre lo volle (1964) anche come collaboratore e sostituto a “L'Espresso”. Santini fu amico di famiglia e persona su cui poter contare in caso di necessità. Per me fu un ruvido mentore durante l'adolescenza, assieme allo “scapestrato” e inaffidabile Raffaele Monti e alla volenterosa ma ambiziosa Lara Vinca Masini.

Certamente l'interesse per il design e l'architettura contemporanea da parte di Santini fu stimolato dall'incarico di procurare a C.L.R. per “seleArte” i materiali relativi a questi emergenti e importanti aspetti delle arti figurative, con linguaggi e soluzioni formali originali. Anche Maria Luigia Guaita con la collaborazione di L.V. Masini, studiarono le avvisaglie di questa nuova visione degli oggetti di uso comune. Nel tempo P.C.S. (l'acronimo con cui era interpellato a Milano) divenne un'autorità in materia. 


Io l'ho seguito da modesto osservatore, su “Ottagono”, dove aveva una seguita rubrica. Per farla breve, mio padre pensò a lui per affidare la Direzione Scientifica della Fondazione Centro Studi Ragghianti di Lucca.

Questa prima (1980-1993) direzione della Fondazione, devo riconoscerlo, fu utile soprattutto per stabilizzarla, anche se in qualche modo deluse un po' C.L.R.. Però difese lo statuto e nonostante le ingerenze talora improprie della Segretaria Lanzillo, gli scopi primari della Fondazione furono gestiti senza eccessive interferenze esterne. Nonostante la personalità anche irruenta, il carattere di Santini tendeva alla mediazione e allo smussare gli ostacoli.

Ho steso questa premessa sintetica e asistematica per l'esigenza senile di chiarirmi il perché di un intervento. In parole povere mi permetto di suggerire al Direttore Scientifico attuale, Paolo Bolpagni e agli autorevoli membri del Comitato Scientifico, specialmente dopo aver visto il monumentale catalogo Made in Italy in mostra (edito per la notevole mostra di design presso la Fondazione Ragghianti), una maggiore attenzione critica sia agli studi di P.C.S., sia in generale al design; nei confronti del quale vige tuttora, mi sembra, una certa fragilità di storiografia critica.

F.R. (17 giugno 2025)

Da "Critica d'Arte", (IVs., n.8, 1986).

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