Meno noto e collezionato di alcuni suoi contemporanei italiani, Felice Casorati è senz'altro uno dei pittori che caratterizzano la prima parte del secolo XX, detto “breve”, connotato negativamente per due massacranti Guerra Mondiali e per due ideologie totalitarie e funeste come il fascismo (con la feroce costola teutonica nazista) e il Leninismo (tragica distorsione del socialismo marxista), però anche secolo per ciò che riguarda le arti figurative fecondo come il precedente e pochi altri periodi della storia documentata. Di conseguenza si può affermare che Casorati fu certamente parte della cerchia dei grandi artisti internazionali.
Dal saggio di C.L.R. consegnato a Francesco Flora intitolato Indicazioni sulla pittura contemporanea (“Leonardo”, Roma 1939) estrapolo la cauta considerazione su Casorati. Tre anni dopo nell'articolo La Terza Quadriennale d'Arte italiana (Roma, 1939), l'indagine iniziale di C.L.R. conferma che “ci sono anche dei casi autentici nel campo della prosa, o meglio della letteratura”, di artisti di levatura, tra cui Casorati.
Nell'ampia presentazione della XXVI Biennale di Venezia, illustrata nel primo fascicolo di “seleArte” (1952, pp.40-41) C.L.R. definisce positivamente le caratteristiche del pittore che è anche Maestro di spicco nella cultura figurativa, specialmente piemontese.
Nel 1965, ancora su “seleArte” (n.75, pp. 2-8) partendo dalla “lussuosa” monografia di Luigi Carluccio (1964) i cinquantasei anni di intensa attività di Casorati (morto nel 1963) vengono indagati criticamente, giungendo alla
conclusione che “le opere parlano e dicono di essere iniziali e pregnanti molto oltre quanto si è sinora creduto e verificato”.
In occasione della Mostra “Arte Moderna in Italia, 1915-1935”, stante una certa reticenza della moglie Daphne Maugham, C.L.R. le indirizza una lettera, qui riprodotta, con la pressante richiesta di consentire l'esposizione di certi dipinti dell'artista al degno livello che gli compete, giacché quelle opere “ho voluto esporle per motivare l'esigenza che non è interessata, se non per la rivendicazione piena dell'arte di Casorati”.
Lo storico lucchese torna a scrivere su Casorati su “La Stampa” (Torino, 22 ottobre 1971) con un lungo articolo che in buona parte ricostruisce l'importanza nella cultura italiana di Gobetti e dell'ambiente piemontese. Questo saggio è meno conosciuto anche perché non è stato incluso nella Bibliografia degli scritti di C.L.R. per inadempienze di ricerche bibliografiche da parte di chi era stato incaricato di verificare le collaborazioni ai giornali dell'autore. Purtroppo non è l'unico caso.
L'ultimo intervento di C.L.R. sull'opera di Felice Casorati è costituito dalla lettera critica del settembre 1983 indirizzata a Laura Gori, gallerista fiorentina (“Santacroce”) che aveva promosso una notevole mostra antologica, trasferita anche da Forni a Bologna, di pitture del Maestro. Questa lettera documenta e testimonia i rapporti personali intercorsi tra le due “forti” personalità di Ragghianti e di Felice Casorati. Conclude il post una sequenza di dipinti dell'artista in ordine cronologico.
F.R. (16 giugno 2025)

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