Carlo e Licia

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mercoledì 30 luglio 2025

“seleArte”, II s., n.15, in “Critica d'Arte”, n.140, mar.-apr. 1975.

 

Sommario


I Plastica di stucco nell'Italia del Nord (C.L.R.)

V Piccoli bronzi a Ferrara (Ugo Ruggeri).

VII Sepo.

VIII Musei e Meraviglie d'Italia.

X Formula retorica e forma nei tempi ellenici (C.L.R.).

XI Stoccolma, disegni veneti e no (C.L.R.).

XIII Pittura su tavola nei Civici Musei di Trieste.

XIII Giovan Battista Spinelli (C.L.R.).

XV Architettura industriale (D.D.)


I testi non firmati sono Redazionali, cioè prevalentemente di Licia Collobi Ragghianti; la sigla D.D. ritengo si riferisca a Donata Devoti.

domenica 20 luglio 2025

Delacroix, 2 - Dipinti dal 1830 al 1845.

Precedenti


Al precedente Problemi di Delacroix segue, tratto dal libro Diario critico (Pozza, Venezia 1957) il contributo “Borghese” e Delacroix (pp.28-33). Scritto nel 1951, il testo risulta un'analisi su quanto scriva sul pittore Maxime Du Camp (1822-1894) “lasciandoci una testimonianza feconda sull'arte del Maestro”.

Quindi si riportano in ordine cronologico alcuni brevi testi di cronaca, in parte scritti da Licia Collobi. Non si sono cercate implicazioni di Delacroix in altri testi di “seleArte”, “Critica d'Arte” e libri di C.L. Ragghianti (salvo quelli che saranno postato nella terza puntata). C'è un fatto piuttosto curioso in cui C.L.R. dà per scontato che non ci sia bisogno di accompagnare le immagini con un commento.

Il fascicolo 24 di “seleArte” (mag.-giu. 1956), interamente dedicato alla XXVII Biennale di Venezia, è illustrato nella parte introduttiva con 7 immagini in bianco/nero e 2 tav. a colori da dipinti di Eugène Delacroix.

L'artista in quell'occasione era oggetto di una “speciale” Mostra dedicata a latere – ma nell'ambito della Biennale – della esposizione delle opere della contemporaneità internazionale ed italiana. Ricordo che nel 1954 il pittore prescelto era stato Gustave Courbet, al quale C.L.R. aveva dedicato otto pagine del fascicolo n.12 di “seleArte”.

La “curiosità” predetta sta nel fatto che C.L.R. non nomina la Mostra né cita Delacroix al di fuori della didascalia nel lungo testo rievocativo delle Biennali 1952 e 1954 e dei problemi strutturali dell'Ente.

Siccome non può essersi trattato di dimenticanza, sono propenso a pensare che questo fatto dimostri uno spiazzante e negativo giudizio di C.L.R., soprattutto ma non solo sulla mostra e la critica in catalogo a Delacroix. Ben recepito dai più interessati, per altro.

F.R. (2 giugno 2025)

martedì 15 luglio 2025

“seleArte” 1952-1957: Pagine critiche.

La rubrica “pagine critiche” fu concepita come un punto di riflessioni scaturite da citazioni, aforismi, interventi critici su e di qualificati artisti e intellettuali. Con questo post si ripropongono tutte le sedici volte nelle quali la rubrica fu inserita nei fascicoli, dal n.1 al n.30 di “seleArte”.

Pagine critiche” riporta esclusivamente testi scelti, e talora commentati da C.L. Ragghianti. In analogia col resto delle rubriche della rivista gli articoli sono tutti anonimi, cioè del Direttore, mentre quelli dovuti ad altri studiosi sono sempre firmati in esteso.

Ciò fino al 1957 quando la moglie Licia Collobi lo affiancò stabilmente nella redazione della rivista, alla quale fino allora aveva collaborato fornendo traduzioni soprattutto dal tedesco e dalle lingue slave, segnalazioni, riassunti.

L'intervento tardivo di Licia Collobi dipese dal fatto che nel 1956 era divenuta per la quarta volta madre e, 

contemporaneamente, andata in pensione, grazie alle assurdità demagogiche cattocomuniste che consentivano la quiescenza alle donne statali dopo 19 anni e 6 mesi di servizio (comprendente anche il calcolo degli anni di Università ed eventuali altri benefici).

Licia Collobi, dal 1957, estese la sua collaborazione saggistica fino ad una netta prevalenza numerica in tutti i settori della rivista, che impaginò totalmente fino all'ultimo fascicolo del 1966.

C.L.R., infatti, dopo la fase iniziale della pubblicazione, rarificò via via la comparsa di “Pagine critiche” e delegò competenze alla compagna della sua vita. Ciò dipese dalla gestione presidenziale dell'ADESSPI (Associazione difesa e sviluppo della Scuola Pubblica italiana) e da altri impegni, pubblicistici soprattutto, con scadenze inderogabili.

F.R. (12 maggio 2025)




Indice

n.1, lug.-ago. 1952

Creazione e religione; Il lastrico dell'Inferno; Il ragazzo De Pisis (Giuseppe Raimondi); L'arte è linguaggio (Millet e Pelloquet,1863); Saper vedere (Thoré, 1863).

n.2, sett.-ott. 1952

Medice, cura te ipsum (Bernard Dorival); Tutto il mondo è paese; Come distruggere Roma; La composizione (Millet e Luce, 1865); Il valore artistico (J. Longe, 1870).

n.3, nov.-dic. 1952

Reazione in architettura (Camille Bourniquel); Museo e vita (Le Corbusier); Arte in Germania (Franz Roh); Troppi italiani assenti (Emilio Cecchi).

n.4, gen.-feb. 1953

Frenesia della velocità (Maurice Voussard); Peli e corna; Messaggio di Matisse: Aneddoti; Arte e mestiere; Rivoluzioni; Disegno scorretto; La mira.

n.5, mar.-apr. 1953

Dewey e l'arte; Critica e pittura “impressionistica” (François Fosca); Informe come forma (Luigi Chiarini); Cinema e educazione (Giuseppe Prezzolini).

n.6, mag.-giu. 1953

Non capisco (A. Flocon); Conversazioni con Dufy (Pierre Courthion); Surrealisti successori (Alfredo Mezio).

n.7, lug.-ago. 1953

Eisenstein (Denis Marion); Conversando con Picasso (D. H. Kahnweiler); Savignac; Pensieri sulla pittura (Graham Sutherland).


n.9, nov.-dic. 1953

Personalità e non schemi (Luigi Einaudi); Impressione di Rousseau (Ernst Junger); Bonnard (Ernest Millard); L'automobile come arte (Jean Guichard-Meili); Pronudi e contronudi (da “Time).

n.10, gen.-feb. 1954

Antichi e moderni (Georges Rouault); Per la museografia e la critica (A. Maillol); Leggiamo Fiedler (R. Rossanda).

n.11, mar.-apr. 1954

Scuola freudiana (R. Musatti); L'attività creatrice (H. Matisse).

n.13, lug.-ago. 1954

Scuola del vedere” (O. Kokoschka); Il campo dell'azione (Jean Queval); Estetica e tipografia (Charles Peissot).

n.18, mag.-giu. 1955

L'industria ha un monumento (Bruno Zevi su Palazzo Olivetti); Per strade diverse (P. Blake su F.L. Wright).

n.20, sett.-ott. 1955

Crisi dell'arte e dell'uomo nella critica tedesca (J.P. Hodin).

n.25, lug.-ago. 1956

Tecnologia e arte della domenica (Aldous Huxley).

n.29, mar.-apr. 1957

Ricordo di Matisse (André Rouveyre); La forma è tutto (Josef Hofmiller); Colloquio con Tamayo (Victor Alba); La folle “danseuse” di Rik Wouters (René Jullian).

n.30, mag.-giu. 1957

Lettere del Woelfflin dall'Italia.



venerdì 11 luglio 2025

Matisse fino al 1913

 Testo di Arnaldo Cantù, con postscritto di C.L. Ragghianti.



Questo saggio del promettente (si veda il post del 1 dicembre 2020 con testo di Raffaele Bruno) critico d'arte Arnaldo Cantù (1885-1915), morto al fronte all'inizio della Guerra Mondiale, fu ripubblicato in “Critica d'Arte” (IV serie, n.8, 1986).

Trentanove anni dopo gli scritti dei due studiosi si rileggono formativamente.

Così come si rivedono ancora una volta la apposita selezione di dipinti (dagli esordi al 1913) di Henri Matisse allestita per meglio illustrare la pittura di questo artista intramontabile. Oltretutto tutti i pittori contemporanei di Matisse lo hanno osservato attentamente, tenendone conto nei precordi, da Picasso a Modigliani, fino alla figuratività più recente.

F.R. (11 maggio 2025)