Carlo e Licia

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sabato 27 settembre 2025

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Carlo L. Ragghianti, 15. Primo Conti

 


Post precedenti:

1. 30 dicembre 2017
Presentazione di Carlo L. Ragghianti.
Criteri del Catalogo, Bibliografia generale. Comitato d'onore; Comitato esecutivo; Comitato tecnico; Comitato di consulenza nazionale; Consiglio A.T.T. di Firenze; Consiglio de “La Strozzina”;  organizzatori percorso museografico; segreterie; fornitori dell'esposizione.
2. 31 dicembre 2017
Criteri assegnazione schede critiche; criteri per la consultazione del Catalogo e quelli distintivi di questa rievocazione.
Artisti: ALCIATI, Nino BARTOLETTI, Pasquarosa BARTOLETTI, BIASI, BONZAGNI, BOSIA, BUCCI, CHECCHI, COSTETTI, FERRO.
3. 28 febbraio 2018
Artisti: GALIZZI, GEMITO, GRAZIOSI, Piero MARUSSIG, OPPI, PENAGINI, PRENCIPE, SPADINI, WILDT.
4. 25 marzo 2018
Artisti: BACCI, DUDREVILLE, GOLA, MAGRI, PARESCE, RAMBELLI, BARTOLI NATINGUERRA, GUIDI.
5. 15 aprile 2018 Artista: BARTOLINI.
6. 4 maggio 2018
Artisti: SAVINIO, TROMBADORI, MONACHESI, FONTANA, MUNARI, FRANCALANCIA.
7. 3 luglio 2018
Artisti: FURLOTTI, METELLI, BARBIERI, BROGGINI, CAGLI, CAPOGROSSI.
8Artisti: CESETTI, FAZZINI, GENNI WEIGMANN, GENTILINI, GUTTUSO.
9. 16 settembre 2018 Artisti: Edita e Mario BROGLIO.
10.  20 novembre 2018 (1 parte), 5 dicembre 2018 (2 parte).
Artisti: LEVI, MAFAI, RAPHAEL MAFAI.
11. 28 dicembre 2018. Artisti: Quinto MARTINI, MANZU'.
12. 21 gennaio 2019. Artisti: MUCCHI, SASSU.
13.  16 luglio 2020.  Artista: BOCCIONI.
17. 17 dicembre 2022. Artista: MELLI
19. 19 settembre 2024. Artista: CAMPIGLI
20. 5 giugno 2023. Artista: CARRA'
21. 8 agosto 2022. Artista: DE CHIRICO

Come si può verificare nella pagina riprodotta a fronte (tratta da un elenco di fascisti repubblichini compilato dal C.T.L.N. due mesi prima dell'insurrezione di Firenze dell'11 agosto 1944) Primo Conti risulta fascista attivo di carattere spregevole: “lacché”. Questo documento a me noto fin dagli anni Sessanta, unito ad una antipatia personale di tipo viscerale (capita) fa sì che questa illustre personalità della pittura italiana della prima metà del Novecento risulti, più che indisponente, odiosa.

Perciò questa nostra scheda della rivisitazione della Mostra “Arte Moderna in Italia 1915-1935” è meno particolareggiata di altre, ma non meno curata nei dettagli e nella importanza delle opere antologizzate, con il criterio della loro originalità e qualità.

Però a chi legge questo post casomai interessa sapere cosa pensasse C.L.R. di Conti come persona: perciò riproduco, dopo il suo commento del 1939, la lettera che lo storico lucchese scrisse al noto studioso René Jullian il 26 marzo 1973.

Carlo L. Ragghianti esordisce nell'attenzione sull'artista con queste parole: “il Conti che è però talora incline almeno al sospetto di cultura e di bisogni formali, pure risolvendoli pesantemente; e una schiera di altri” (in Indicazioni sulla pittura italiana contemporanea, “Leonardo”, n.3, 1936, p.76; saggio riprodotto in Il caso De Chirico, Critica d'Arte edizioni, Firenze 1979, pp. 97-101).

Più circostanziata la pagina (qui riprodotta prima della Antologia dei dipinti) pubblicata in “La Critica d'Arte” (a.V, 

n.1,f. XXIII, gen. 1940) alle pagine 114-115 della recensione a La Terza Quadriennale d'arte italiana, Roma 1939.

Dopo le qui presenti schede per la Mostra 1915-1935 (1967), C.L.R. si occupa marginalmente dell'attività di Conti pittore in Bologna cruciale 1914 (volume Calderini ed. 1982 e, prima, fascicolo speciale n. 106-107 di “Critica d'Arte” del 1969).

L'attenzione critica di C.L.R. su questo artista (cui lo accomuna soltanto l'essere stati bambini “prodigio”) è rivolta e concentrata sull'attività di disegnatore, cui lo storico dedica la presentazione in una cartella di disegni (Il leggendario P.C., Viareggio 1977) e il libro (in collaborazione con Gigietta Dalli Regoli) P.C. Taccuini e serie di disegni fra il 1912 e il 1921 (Giunti-Martello, Firenze 1978). A quest'ultimo corposo saggio analitico sulla grafica di Primo Conti, forse dedicheremo un apposito post.

F.R. (22 luglio 2025)

P.S. - Spero che le ristrettezze senili mi consentano di relazionare sul libro Demetrio e l'oste burlone (Epistolario Primo Conti – Corrado Pavolini) a cura di Costanza Geddes da Filicaia e Marcello Verderelli, Edizione Università di Macerata, 2023). Si tratta di 514 fitte pagine tra questi due pilastri della cultura fascista, allora egemone mentre oggi non lo diviene perché i “neri” non hanno nemmeno più “intellettuali” all'altezza di questi due personaggi.

domenica 21 settembre 2025

“seleArte”, II s., n.16, in “Critica d'Arte”, n.145, gen.-feb. 1976.

 Sommario

67     Liberare il Brunelleschi (C.L.R.).

70     Incontri fatidici, 1 e 2 (C.L.R.).

74     Disegni di ornato e di architettura.

76     Corpo: fabbrica e macchina (C.L.R.).

79     Libri ricevuti ed apprezzati: Luigi Carluccio: Ilario Rossi; Nicola Ciarletta: Omiccioli; Renzo Vespignani: Tra due guerre; Luigi Cavallo: Lilloni; Camillo Semenzato: Le ville del Polesine; Paolo Lecaldano: Goya. I disastri della guerra; Piero Torriti: Pietro Tacca di Carrara; Alessandra Perriccioli: L'arte del legno in Irpinia dal XVI al XVIII secolo; Franco Barbieri: Sculture della valle del Chiampo.

I testi non firmati sono Redazionali, cioè prevalentemente di Licia Collobi Ragghianti.


lunedì 15 settembre 2025

"Design arredo 1950-1960" di Pier Carlo Santini

L'anno scorso vicissitudini di salute mi hanno distratto dal ricordare il Centenario dalla nascita di Pier Carlo Santini (1924-1993). L'ho conosciuto fin da bambino quando quel massiccio giovanotto lucchese su di una micro-motocicletta veniva per la sua tesi di laurea a Bellavalle pistoiese (1948) a relazionare mio padre in villeggiatura.

Per C.L. Ragghianti, Pier Carlo Santini fu allievo quindi collaboratore agli uffici de “La Strozzina” e dello Studio Italiano di Storia dell'Arte a Palazzo Strozzi, fin quando approdò a Milano. Mio padre lo volle (1964) anche come collaboratore e sostituto a “L'Espresso”. Santini fu amico di famiglia e persona su cui poter contare in caso di necessità. Per me fu un ruvido mentore durante l'adolescenza, assieme allo “scapestrato” e inaffidabile Raffaele Monti e alla volenterosa ma ambiziosa Lara Vinca Masini.

Certamente l'interesse per il design e l'architettura contemporanea da parte di Santini fu stimolato dall'incarico di procurare a C.L.R. per “seleArte” i materiali relativi a questi emergenti e importanti aspetti delle arti figurative, con linguaggi e soluzioni formali originali. Anche Maria Luigia Guaita con la collaborazione di L.V. Masini, studiarono le avvisaglie di questa nuova visione degli oggetti di uso comune. Nel tempo P.C.S. (l'acronimo con cui era interpellato a Milano) divenne un'autorità in materia. 


Io l'ho seguito da modesto osservatore, su “Ottagono”, dove aveva una seguita rubrica. Per farla breve, mio padre pensò a lui per affidare la Direzione Scientifica della Fondazione Centro Studi Ragghianti di Lucca.

Questa prima (1980-1993) direzione della Fondazione, devo riconoscerlo, fu utile soprattutto per stabilizzarla, anche se in qualche modo deluse un po' C.L.R.. Però difese lo statuto e nonostante le ingerenze talora improprie della Segretaria Lanzillo, gli scopi primari della Fondazione furono gestiti senza eccessive interferenze esterne. Nonostante la personalità anche irruenta, il carattere di Santini tendeva alla mediazione e allo smussare gli ostacoli.

Ho steso questa premessa sintetica e asistematica per l'esigenza senile di chiarirmi il perché di un intervento. In parole povere mi permetto di suggerire al Direttore Scientifico attuale, Paolo Bolpagni e agli autorevoli membri del Comitato Scientifico, specialmente dopo aver visto il monumentale catalogo Made in Italy in mostra (edito per la notevole mostra di design presso la Fondazione Ragghianti), una maggiore attenzione critica sia agli studi di P.C.S., sia in generale al design; nei confronti del quale vige tuttora, mi sembra, una certa fragilità di storiografia critica.

F.R. (17 giugno 2025)

Da "Critica d'Arte", (IVs., n.8, 1986).

mercoledì 10 settembre 2025

Carlo L. Ragghianti: Beato Angelico

con tre “Appendici” e 16 particolari di dipinti.



 

Nell'ampio studio Antonio Pollaiolo e l'arte fiorentina del Quattrocento, pubblicato in 4 puntate tra il 1935 e il 1936 su “La Critica d'Arte”, nella terza del febbraio 1936 C.L. Ragghianti inquadra anche l'opera dell'Angelico nell'ambito di una stagione artistica cruciale per l'arte italiana e del mondo occidentale. Qui di seguito riportiamo il nucleo (pp.120,121) nel quale il grande artista viene analizzato.

Come di consueto ricordo che C.L.R. si esprime in qualità non in quantità e che su un fenomeno artistico della portata dell'Angelico nel corso degli anni egli ha accennato anche in altri contesti e espresso osservazioni e commenti (lezioni universitarie e conferenze, sulle quali non mi risulta ancora essere stata fatta nessuna ricerca). Ciò è detto anche per presentare il secondo scritto qui riportato da “seleArte” (n.18, mag.-giu. 1955), importante e chiarificatore, nel quale l'autore “demolisce” la mostra realizzata a Firenze da un “team” ispirato da Mario Salmi. In questa esposizione si era distorto tutto il lavoro preparatorio e le analisi critiche impostate su incarico del Soprintendente Pacchioni (si veda il post del 24 agosto 2025 sugli scritti e gli studi angelichiani di Licia Collobi Ragghianti).

Reputo per la novità critica di poter inserire a seguito la sceneggiatura di un film, cioè di riprodurre integralmente il testo di commento di C.L.R. per il “critofilm” Stile dell'Angelico, preceduto dalla scheda critica di Valentina La Salvia, studiosa che ha desunto tutte le sceneggiature di Ragghianti e curato l'ottimo ed originale volume I critofilm di Carlo L. Ragghianti (Edizioni Fondazione Ragghianti, Lucca 2006).

Da “seleArte” (n.71, sett.-ott. 1964) in L'Angelico e l'Archivio C.L.R. commenta la monografia dedicata all'Angelico da padre Stefano Orlandi, concludendo con la constatazione: “...resta da continuare solo il lavoro d'indagine sulle opere, come si è fatto e si sta facendo, cercando tutti, senza pregiudizi e pregiudiziali di sorta, di venire a capo di uno dei più difficili problemi della nostra storia dell'arte, e di far luce sul percorso formativo di uno dei nostri maggiori pittori”.

Riproduco, quindi, la corrispondenza di C.L.R. con Fortunato Bellonzi pubblicata sul quotidiano “Il Tempo”


(Roma, 15 ottobre 1984). Penso che basti citare il titolo attributo dal redattore << Non va al Longhi il merito...>> per dare l'idea di su cosa verta questo scambio di lettere.

Dopo gli scritti che ho rintracciato di C.L.R., pubblico anche tre Appendici collegate a C.L.R. e all'Angelico. Nella prima mio padre scrive a Umberto Baldini, ben prima di affidargli il dipartimento “Restauro e Conservazione” dell'Università Internazionale dell'Arte di Firenze, cioè il 13 maggio 1970. Si tratta di una lettera importante e ricca di problemi e suggestioni. Ad essa è collegato il seguente articolo Un grande artista da scoprire. Chi affrescò il Chiostro della Badia fiorentina? pubblicato con rilievo su “La Nazione” (Firenze, 4 gennaio 1983), dove tra l'altro si riprende e si svolge quanto scritto sul “Chiostro degli Aranci” nella citata lettera a Baldini.

A proposito della suddetta lettera ho ritrovato, nell'ambito di un altro post, le quattro illustrazioni a colori di particolari degli affreschi nel Chiostro degli Aranci della Badia. Esse furono riprodotte in “Critica d'Arte” (n.24, nov.-dic. 1957), come scritto nel penultimo paragrafo. Qui le riproduco dopo la lettera a Baldini e prima del successivo articolo. Penso che così almeno certi riferimenti nella lettera e nell'articolo ne “La Nazione” si chiariscono e si possa precisare meglio l'intuizione di Ragghianti.

La seconda Appendice riguarda un aspetto del procedere attribuitivo di C.L.R. In questo caso pubblico le riproduzioni di alcuni disegni, con a fianco quanto annotato sul retro della fotografia, dallo studioso lucchese. Sono, naturalmente, inedite.

La terza Appendice riguarda un esempio delle assai rare “expertises” (direi quasi tutte sotto forma di lettera) che C.L.R. ha scritto dopo il 1949. Sono pareri e osservazioni dati esclusivamente in via amichevole e gratuita, perché altrimenti si sarebbe – per suo convincimento morale e legale – configurato un grave conflitto di interessi.

Conclude il post, come in molti casi del nostro blog, una carrellata di sedici particolari a colori da dipinti dell'Angelico.

F.R. (15 giugno 2025)


Da "La Critica d'Arte", a.I, n.3, feb.1936, pp. 120,121.

giovedì 4 settembre 2025

Franco Minissi: "Nella città il Museo" (“Critica d'Arte”, IV s., n.15, ott.-dic. 1987)

Questo articolo di Franco Minissi (1919-1996), importante architetto specializzato in realizzazioni museali, mi fa ricordare che egli fu un pilastro del Centro di Museologia operante nella defunta Università Internazionale dell'Arte di Firenze, ideata e diretta da Carlo L. Ragghianti.

Il Centro di Museologia, dov'era attiva la dinamica non dimenticata Luisa Becherucci, già direttrice degli Uffizi, era dotato anche di una documentazione e biblioteca. Spero che nella dispersione dei beni dell'UIA – da cui, ad esempio,

la Fondazione Ragghianti ha acquistato la “Critica d'Arte”, riportando la storica rivista nell'alveo naturale dei Ragghianti – quanto concernente la museologia sia stato affidato al Centro Studi sull'arte lucchese. Se no, vedere se è ancora possibile disporre dell'acquisizione di quanto pertinente quest'aspetto. Occuparsi storicamente e attivarsi sulla contemporaneità della Museologia sarebbe un'altra perla da aggiungere alla collana delle attività della Fondazione Ragghianti.

F.R.