Carlo e Licia

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sabato 18 ottobre 2025

Biblioteca, 1 - Bianciardi; Resistenza in Lucchesia; Orebaugh; Uguaglianza; Di Battista; Genocidio.

Sommario


  1. Luciano Bianciardi: La battaglia soda (1964).

  2. Aa.Vv.: La Resistenza in Lucchesia (2025).

  3. James McBride: Miracolo a Sant'Anna (2008).

  4. Giovanni Dozzini: Il prigioniero americano (2023).

  5. Thomas Piketty: Una breve storia dell'Uguaglianza (2021).

  6. Alessandro Di Battista: Democrazia deviata (2024).

  7. Rula Jebreal: Genocidio. Quello che rimane di noi nell'era neoimperiale (2025).



 

Mentre nella rubrica “Bacheca” abbiamo proposto ed evidenziato aforismi e citazioni soprattutto, per tutti quei libri letti e delibati che non presentavano una spessore “fisico” sufficiente a giustificare una apposita postazione nel blog “Ragghianti&Collobi” si è soprasseduto finora di relazionare il contenuto, anche quando si trattava di opere attinenti e interessanti.

Con questa nuova rubrica banalmente intitolata “Biblioteca” si è provveduto a dar risonanza anche ai libri 

rimasti nel nostro “limbo”. Naturalmente, salvo qualche omaggio e consegna amicale, tutti i libri sono stati acquistati da me o da mia sorella Rosetta. Ciò per evitare di dover incorrere in casi malevolmente considerati di pubblicità se non proprio a fronte di pagamento. Tutto questo in coerenza con il resto del blog “R&C”, nel quale tutte le opere d'arte sono riprodotte senza scopo di lucro o di promozione commerciale.

F.R. (21 settembre 2025)


Luciano Bianciardi: La battaglia soda. Rizzoli, Milano 1964.


Si tratta di un libro postrisorgimentale, seguito ideale di Giuseppe Bandi (1834-1894) – alla cui memoria è dedicata, e del quale assume le sembianze il protagonista della narrazione – e di Giuseppe Cesare Abba (1838-1910), Ippolito Nievo (1831-1861), Alberto Mario (1825-1883), Felice Cavallotti (1842-1898) ed altri memorialisti delle vicende garibaldine.

Lo stile dell'autore è ricercatamente piano con intenti evocativi esemplari, segue con qualche fatica le orme del Mulino del Po, dell'incombente e vivente Riccardo Bacchelli (1891-1985); è differente, forse proprio volutamente, dall'amico e conterraneo Carlo Cassola (1917-1987). Complessivamente un libro più che leggibile, che non mi 

aspettavo potesse essere scritto da un notorio polemista, piuttosto settario, quale è stato Luciano Bianciardi (1922-1971). Personaggio assai controverso, amareggiato da un dolore del mondo profondo, però è anche presuntuoso e facile ad essere indotto ad esagerare da sedicenti amici. Tra i suoi bersagli ingiustificati c'è stato il risentimento esistenziale nei confronti di Carlo L. Ragghianti, considerato un “barone”, un ambizioso, e dileggiato con vis polemica di qualche efficacia formale.

Per questo motivo l'ho detestato da sempre il Luciano Bianciardi, il quale si riabilita ai miei occhi per l'essere stato capace di scrivere un romanzo storico con fresca aderenza a ideali dileggiati di nuovo come sotto il Ventennio nero dai resuscitati seguaci di idee fasciste. Siamo, comunque ne La battaglia soda lontani dalla disarmante sincerità vitale delle Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo.

F.R. (23 agosto 2025)


La Resistenza in Lucchesia, 1.


Stante la situazione politica e sociale che sta trascinando sempre più verso un neoneofascismo il Paese in generale e la Lucchesia in particolare, più che opportuna è stata da parte di Maria Pacini Fazzi editore in Lucca rieditare il volume La Resistenza in Lucchesia. Racconti e cronache della lotta antifascista e partigiana.

La prima edizione fu stampata da “La Nuova Italia” di Firenze e pubblicata nel 1965 (in proposito si veda il nostro intervento Resistenza in Lucchesia. Un articolo (1950) e un libro (1965) postato l'11 agosto 2023).


Questa edizione del 25 aprile 2025 non è stata riprodotta in facsimile bensì integralmente riproposta nei testi e nelle illustrazioni dall'editrice lucchese, benemerita e ben nota in Lucca e nel suo territorio. Unici testi “nuovi” sono quelli introduttivi di Alessandro Nardini (Ass. alla Istruzione e cultura della memorie della Regione Toscana), di Marcello Pierucci (Pres. Provincia di Lucca) di Stefano Bucciarelli (ISREC Lucca). Questo libro non è solo storicamente e letterariamente notevole ed educativo: è emotivamente coinvolgente, nonché opera da biblioteca di persone libere, democratiche, e grate e fedeli ai sacrifici istitutivi di questa nostra Repubblica, fragile come tutto ciò che è veramente prezioso.


James McBride: Miracolo a Sant'Anna.


Collegato temporalmente e fattualmente al precedente volume sulla Resistenza in Lucchesia, ricordo e raccomando il libro di James McBride Miracolo a Sant'Anna, dal quale è stato tratto il famoso e fortunato film del regista Spike Lee.

Quest'opera, tradotta da Adria Tissoni e pubblicata da Rizzoli nel 2002 (ristampato nella collana BUR extra nel 2008), rappresenta due importanti aspetti storiografici, 


oltre a risultare di accattivante lettura. Sul piano della storia della guerra in Italia il libro risulta una testimonianza dell'intervento militare Alleato condotto dopo lo sbarco di Anzio con una cautela discutibile; sul piano della storia USA conferma come ancora in quel paese la “democrazia” discriminasse i propri cittadini. La Divisione Buffalo era l'unica formazione di soldati “negri” (allora si diceva soltanto così!) nell'Esercito; in Marina essi potevano svolgere servizi ausiliari quali attendenti e simili; in Aviazione fu tardivamente creata una modesta unità con piloti di colore chiamata “Code Rosse”.


Giovanni Dozzini: Il prigioniero americano.


Questo terzo, ed ultimo, volume collegato alla Resistenza armata in Italia è il romanzo Il prigioniero americano di Giovanni Dozzini (Fantango, Roma 2023). Si tratta di un racconto storico di persone e fatti realmente accaduti, risolto brillantemente da uno scrittore e giornalista con un solido curriculum letterario, sul quale segnalo l'intervista fattagli da Saverio Mariani nel blog “Il rifugio dell'ircocervo”.

Ho “scoperto” questo libro grazie alla recensione – qui sopra riprodotta – scritta dal corrispondente tedesco in Italia Michael Brown su “Internazionale”, settimanale di informazione che è tra i rari organi a stampa ancora laico, democratico, equilibrato e senza “padroni” occulti in questo traballante Paese.

Ricordo, anche per motivi famigliari, il protagonista principale del libro – il diplomatico statunitense Walter Orebaugh – il quale in precedenza aveva scritto una propria testimonianza sulla sua vicenda italiana durante la guerra di Liberazione (Il Console. Un diplomatico americano si unisce alla Resistenza italiana, Nuova Prhomas, 1994).

Orebough (pronuncia Orbo) fu presente a Firenze al tempo della liberazione della città (11.08.1944) e dopo quando ebbe anche diverse occasioni di incontro con mio padre, allora Presidente del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale.

Non ricordo con precisione ma certo dopo l'infame parafascista Tambroni e il suo governo omicida (1960) e prima del governo di centro-sinistra (con la presenza del PSI di Pietro Nenni) presieduto da Aldo Moro (1963), Walter Orebough venne in missione da Carlo L. Ragghianti per sondare per conto del Governo USA, la sua opinione circa l'opportunità di un governo italiano con i socialisti.

L'incontro avvenne in casa nostra a Villa La Costa dove, dopo un po' fui chiamato da mio padre per presenziare e partecipare al dibattito. 

Quando interpellato direttamente dal diplomatico USA in qualità di giovane militante socialista (e fantomatico Segretario Provinciale della Gioventù Socialista di Firenze, però O. lo sapeva!) lo assicurai circa la totale affidabilità democratica e la effettiva separazione politica dai Comunisti degli Autonomini e di buona parte del resto del Partito preoccupato soltanto di preservare l'alleanza negli Enti locali, nella CGIL, nella COOP, nell'AMPI e in tutte le associazioni nelle quali il PSI era comprimario con il PCI.

Durò altre tre ore questo incontro e fu anche molto dettagliato. Per quel che mi riguarda è la prima volta che ne parlo e ne scrivo, mentre mio padre fu autorizzato a informare – in via riservata, orale – se lo riteneva opportuno, personalità come La Malfa, Malagodi, Saragat e soltanto Nenni, Lombardi e Pertini tra i socialisti. Posso riferire anche che poco dopo questo incontro riservato anche Ottavio Morisani (collega di C.L.R. all'Università di Napoli) venne in casa nostra accompagnato da un personaggio presentato come suo nipote, Maggiore del reparto carri armati dei Carabinieri, che dichiarò di voler essere rassicurato circa la fedeltà istituzionale del Partito Socialista.

Visita sconcertante, stante l'incombente Piano Solo del generale De Lorenzo e i postumi complottardi dal 1960 dell'estrema destra; certo è che i successivi rapporti di C.L.R. con Morisani divennero da amichevoli ad imbarazzanti, poi inesistenti.

Scordavo di precisare che all'epoca C.L.R. non militava in nessun partito politico (era però in primo piano nella pubblica vigilanza democratica successiva ai tempi omicidi del 1960; ufficialmente era soltanto pres.naz. dell'Associazione Difesa e Sviluppo Scuola Pubblica Italiana), mentre io ero iscritto, se ben ricordo, dal 1958. Quanto alla mia presenza in incontri ufficiali/ufficiosi di C.L.R. essa di deve alla precauzione che il babbo prendeva in certi casi (Alicata, un inviato di De Gaulle, un alto esponente Massonico circa l'edilizia scolastica, e altri). Oltre a me, furono accompagnatori–testimoni soprattutto Nino Lo Vullo (Segretario de “La Strozzina”), Eugenio Luporini (fino al suo “tradimento”) e pochissimi altri, contingenti alla situazione specifica.


Thomas Piketty: Una breve storia dell'Uguaglianza.


Il Mondo che verrà dopo la scomposizione in atto – avida, brutale, genocida – spudoratamente elitaria se potrà e vorrà salvarsi da una fine precoce non ha alternative che ricomporsi sulle basi che indica questo giovane, e già illustre, pensatore del XXI secolo.

Per Piketty è l'Uguaglianza la forma di convivenza più degna di sé che l'Umanità abbia concepito: da Gesù a 

Francesco D'Assisi, dall'Illuminismo (con l'aborto della Rivoluzione francese) al Comunismo, miseramente fallito perché tradito dai leninisti.

Se l'Uguaglianza non si realizzerà sarà perché l'Umanità regredirà fino a forme di barbarie primeve.

Questo importante libro è stato edito da Nave di Teseo (Milano, 2021): è necessario faro sul presente, utile strumento per poter costruire un futuro almeno accettabile.


Alessandro Di Battista: Democrazia deviata. Perché non ha più senso parlare di governo del popolo.


Questo libro edito da Paper First (Roma, 2024) è un necessario ausilio per comprendere e tentare di non essere travolti dalla drammaticità politico-sociale in cui viviamo in Italia e nel Mondo, nel quale assistiamo ad un concreto spegnersi della democrazia perché “non ha più senso 

parlare di governo del Popolo”. Pertanto risulta strumento indispensabile per affrontare una realtà travolta dalla bellicosità avida e irresponsabile sostenuta da falsità emanate da potentati illegittimi. E' con opere come questa che si può cercare di agire per recuperare i valori della Resistenza storica, senza retorica e ambiguità derivanti dal fatto che la nostra tanto decantata Costituzione è tuttora inattuata in parti fondamentali per quanto riguarda soprattutto Partiti e forze organizzate di lavoratori.





Rula JebrealGenocidio. Quello che rimane di noi nell'era neoimperiale .


Di fronte a questo toccante libro (edito da PIEMME, Milano 2025) Carlo L. Ragghianti, che in vita fu inossidabile amico di Israele, nonostante i già evidenti soprusi “imperialisti”,con riminescenza Normalista molto probabilmente avrebbe con Dante detto o scritto “parole non ci appulcro”.

Io, invece, che già a suo tempo (1976) considerai il raid di Entebbe formidabile ma inaccettabile, voglio soprattutto dire “che ho letto, recepito forte e chiaro che non voglio dire io non sapevo”. Anzi!

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